Microbioma e obesità, più correlati di quanto si creda

11 ottobre, 2016 ,

Con i progressi della scienza, il ruolo del microbioma (l’insieme dei geni dei microorganismi all’interno del nostro corpo) diviene sempre più chiaro. Negli ultimi anni sono state scoperte alcune sue nuove funzioni, a volte inaspettate. In effetti, il microbioma sembra essere implicato nel benessere digestivo, nel buon funzionamento del cervello, nell’immunità e nello sviluppo di alcune malattie, come il cancro.

Quello che mangiamo influenza il nostro microbioma. La nostra alimentazione non nutre soltanto noi stessi, ma sostenta anche i miliardi di batteri che si trovano nel nostro sistema digerente, in particolare nel colon (intestino crasso).

Il microbioma, che cos’è?

micro-organisms

Noi viviamo in simbiosi con dei microorganismi che condividono il nostro corpo. Vivono nel nostro naso, sulla pelle, nella bocca, nelle orecchie, negli occhi, nei bronchi e nei polmoni, nella vagina della donna ed ovviamente nell’apparato digerente. Chiamiamo queste popolazioni il microbiota umano.  Il microbioma è invece l’insieme dei geni posseduti dai microorganismi che formano il microbiota.

Perché prestare attenzione al microbioma?

Prima di tutto, nonostante la dimensione microscopica dei batteri, il nostro microbioma contiene più materiale genetico dell’intero corpo! Inoltre, se consideriamo tutti i batteri del nostro sistema digerente, arriviamo a più di 100.000.000.000.000 di batteri! Visto il loro numero, non è strano che abbiano un ruolo nella nostra salute.

I batteri sono solitamente considerati come dei patogeni. In altre parole, hanno un effetto “negativo” sul sistema nel quale vengono introdotti. Non è questo il caso per la maggior parte dei batteri che popolano il nostro sistema digerente. Se nutriti in modo corretto, apportano un beneficio enorme al nostro organismo. In effetti, numerosi ricercatori sperano di trovare un rimedio a delle malattie come il cancro, l’asma e l’obesità studiando il microbioma.

Ma cosa significa di preciso nutrire il proprio microbiota in modo corretto?

Alimentazione mediterranea vs alimentazione nordamericana

huile olive oil

Uno studio pubblicato nel giugno 2016 nella rivista scientifica Nature elaborava una nuova ipotesi per spiegare il processo grazie al quale l’alimentazione poteva rivestire un ruolo sui rischi dello sviluppo di malattie metaboliche tramite il microbioma. Altri studi antecedenti avevano già dimostrato che, a livello del colon, il principale prodotto di una buona flora intestinale è il butirrato, un tipo di acido grasso volatile a cui vengono attribuiti numerosi benefici, tra cui la prevenzione del cancro del colon.

Il problema è che se la nostra alimentazione non è ottimale, come accade spesso in America del nord e in Europa, viene prodotto anche un altro acido grasso volatile dai batteri presenti nel colon: l’acetato. Sembra che la produzione di acetato da parte dei batteri del sistema digerente sia maggiore se il microbioma è alterato. Si parla in questo caso di microbioma alterato negativamente da un’alimentazione di tipo nordamericano. In altre parole, un’alimentazione ricca di grassi saturi e zuccheri raffinati e povera di frutta e verdure, così come di prodotti cerealicoli integrali.

L’acetato comporta una serie di processi che favoriscono la produzione di’insulina e di grelina (un ormone che fa aumentare l’appetito). Questi ormoni promuovono l’iperfagia (il mangiare troppo), e per lo stesso motivo aumentano il rischio di obesità e dei problemi ad essa associati (diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ecc.). Questo aumento della produzione d’insulina potrebbe spiegare il motivo per cui le persone in sovrappeso sembrano accumulare più facilmente l’energia consumata nel tessuto adiposo (massa grassa).

All’opposto, un’alimentazione ricca di fibre (frutta e verdure, legumi, cereali integrali, noci e semi) come nell’alimentazione mediterranea può avere degli effetti protettivi contro le malattie metaboliche (obesità, diabete, ecc.). Effettivamente, i batteri utilizzano le fibre non digerite come fonte di energia e producono il butirrato. Quest’ultimo interverrebbe in numerosi processi corporei, tra cui la riduzione dell’infiammazione.

Tutti questi progressi scientifici in relazione agli effetti del microbioma sui problemi metabolici sono incoraggianti, nell’ottica di trovare una soluzione per contrastare l’obesità o, quantomeno, di capire meglio i suoi molteplici meccanismi. In conclusione, i batteri del nostro sistema digerente subiscono l’influenza della nostra  alimentazione, ma sembra anche che il nostro stato di salute sia influenzato dai nostri batteri!


Fonti

  • Hartstra, A.V., et al. (janvier 2015). Insights into the role of the microbiome in obesity and type 2 diabetes. Diabetes Care; 38(1), 159-165. DOI: 10.2337/dc14-0769
    Hyperphagie. (2012). Dans Centre National de Ressources Textuelles et Lexicales (CNRTL). Tiré de: http://www.cnrtl.fr/lexicographie/hyperphagie/0
  • John, G.K. et Mullin, G.E. (2016). The Gut Microbiome and Obesity. Current Oncology Reports, 18(7), 45. DOI: 10.1007/s11912-016-0528-7
  • Leszczyszyn, J. J., Radomski, M., & Leszczyszyn, A. M. (2016). Intestinal microbiota transplant – current state of knowledge. Reumatologia, 54(1), 24–28. DOI: 10.5114/reum.2016.58758
    Perry, R.J., et al. (8 juin 2016). Acetate mediates a microbiome-brain-β-cell axis to promote metabolic syndrome. Nature, 534(7606), 213-217. DOI: 10.1038/nature18309
  • Ussar, S., Fujisaka, S., & Kahn, C. R. (2016). Interactions between host genetics and gut microbiome in diabetes and metabolic syndrome. Molecular Metabolism, 5(9), 795–803. DOI:10.1016/j.molmet.2016.07.004

Autori

Jef L'Ecuyer
Nutrizionista/dietista, membro dell'OPDQ e dei Dietisti del Canada, Jef propone una visione semplice, efficace e pratica riguardo la pianificazione dei pasti quotidiani.

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